Una piacevole chiacchierata con PADRE EDOARDO

di Armandi Mattia, Macetti Tommaso, Bocchia Nicolas, Drappo Matteo e Colnaghi Luca 
A TU PER TU CON PADRE EDOARDO
Buongiorno padre Edoardo,
noi siamo i ragazzi della redazione di Sacra News. Ogni giorno, qui a scuola, passiamo molte ore con le nostre maestre e i nostri educatori ma sappiamo che Lei è il capitano della nostra grande barca e per questo vorremmo permettere a tutti i nostri lettori di conoscerla meglio.  
Abbiamo preparato alcune domande per Lei. Per rompere un pochino il ghiaccio partiamo da una brevissima presentazione. 

Nome e cognome?
“Edoardo Rota.” 

Dove è nato? 
“Almenno San Salvatore, Bergamo.”

E, se si può dire, quanti hanni ha? 
“Si può dire con fierezza... 70 anni i prossmi che compio a Luglio.” 

Quando è il suo compleanno?
“Il 17 luglio.”

Bene, ora possiamo passare alle domande più interessanti della nostra intervista...

Quando ha cominciato a sentire il desiderio di diventare prete?
“Dopo delle sollecitudini che ho ricevuto in famiglia e a scuola da una maestra quando ero alle elementari, ho deciso veramente di diventare un consacrato per il Signore e per gli altri intorno ai 22 e i 23 anni.”

A quanti anni lo è diventato? Perché ha scelto  questa strada?
“Sono diventato sacerdote a 24 anni ma consacrato al Signore a 23. Ho scelto questa strada con molta difficoltà perchè mi dibattevo tra tre diverse possibilità. Nella mia mente c'era l'eventualità e anche un po' di desiderio di poter fare o il giornalista o il medico o il religioso consacrato sacerdote. Alla fine, dietro il consiglio e la ricerca della mia vita in quei giorni della mia giovinezza, ho fatto la scelta della vita consacrata.”

Da quanti anni è in questa congregazione? Come si trova? 
“Sono religioso della congregazione della Sacra Famiglia dal 1969. Mi trovo come ci si trova in tutte le realtà che si decide di sposare: con grandi possibilità di esprimere i miei desideri e le mie capacità e con qualche difficoltà che ho dovuto affrontare perchè non esiste una vita senza impegni, senza difficoltà e senza sacrifici. Ma posso dire di essere molto contento e fiero di questa scelta.” 

Quanti sono i confratelli che vivono con lei in questa congregazione?  
“I confratelli che vivono nella mia comunità sono una decina. Siamo divisi però in due gruppi diversi che si occupano di missioni un po' differenti. La mia missione, con i tre confratelli Padre Giovanni, Padre Gian Luca e Padre Fabio, si dedica esclusivamente all'educazione e all'istruzione nella scuola che ho amato da tantissimi anni a questa parte e che ho contribuito a trasformare e far vivere nella realtà in cui si trova ora.”

Cosa la colpisce maggiormente della vita di Santa Paola? 
“Nella vita di Santa Paola mi ha interessato da giovane il suo intento materno, teso a recuperare la vita dei più sfortunati, di coloro che essendo senza famiglie e senza possibilità erano impediti di avere un futuro così pieno di speranza, di fiducia, di sogno..” 

Gestire un istituto così grande come il nostro sicuramente non è sempre facile... Qual è la difficoltà più grande?”
Innanzitutto devo dire che è una cosa entusiasmante che mi rende in qualche modo riconoscente a chi mi offre questa opportunità perchè si tratta della realizzazione di uno dei sogni che avevo nella mia vita, di potere attuare un progetto scolastico innovativo e proggressivo come quello che stiamo facendo. Ci sono certo delle difficoltà, ma sono difficoltà che ci permettono di raggiungere posizioni, gradini e situazioni più evolute e più rispondenti ai bisogni dei bambini e della gente del nostro territorio; i bisogni di adesso, quelli che incontrano le vostre famiglie.”

Ha mai fatto l'insegnante? 
“Ho fatto l'insegnante per almeno dieci anni. Ho insegnato nella scuola media a Dalmine quando ero un giovanissimo sacerdote nel 1976, due anni dopo ho insegnato nella scuola superiore presso la Fantoni, ho insegnato molti anni psicologia, antropologia e storia nella scuola del seminario che è una scuola superiore.”

Se non fosse diventato prete cosa le sarebbe piaciuto fare?
“Come ho già detto prima, sono stato molto torturato dalla contrapposizione di tre desideri differenti: avrei voluto fare il giornalista perchè mi piaceva scrivere, il medico perchè mi piaceva prendermi cura della difficoltà in cui versano spesse volte gli ammalati e mi piaceva prendermi cura in maniera più grande dell'aspetto, della malattia spirituale che tante volte governa le vite delle persone tutte dedite alle cose materiali. Ho scelto quest'ultima ma poi, con il tempo, ho capito che, facendo questa scelta, ho realizzato anche gli altri due aspetti del mio desiderio. Infatti nella mia  vita mi sono dedicato moltissimo a scrivere: ho scritto un libro e ho scritto tantissime cose nella congregazione. Penso che siano più di 5/6 mila le pagine che ho scritto e che i confratelli conoscono. Nello stesso tempo mi sono dedicato anche alle difficoltà degli altri perchè mi sono appassionato di psicologia e pedagogia e ho potuto seguire molte persone in difficoltà da questo versante. Quindi, in pratica, se nella vita ti impegni per realizzare il desiderio che c'è nel tuo cuore, quello che ami di più, esso stesso ti porta alla realizzazione anche di tutti gli altri desideri che inevitabilmente abbiamo, perchè ogni persona non ha un solo grande desiderio, ma ne ha diversi. 

È un appassionato di sport? Se si, quale?
“Si sono sempre stato appasionato di sport nella mia vita. Quando ero giovane ho praticato il calcio a Roma dove ho avuto la possibilità di frequentare la squadra che militava in serie D facendo l'ala destra. Mi sono anche occupato di tennis ed ero abbastanza bravo (detto tra noi!!) e ho praticato anche la pallacanestro; però il calcio è stata la mia passione.”

Cosa le piace fare nel tempo libero?
“Nel tempo libero mi dedico soprattutto ad aiutare le persone dal punto di vista psicologico e pedagogico e questa è una cosa importante che mi aiuta a stare insieme con coloro che hanno delle difficoltà e a migliorare le competenze che servono per poter essere all'altezza di aiutare gli altri. Tante altre cose mi piace fare durante il tempo libero, sopprattutto leggere. Penso di poter leggere una decina di libri all'anno per poter mantenere una formazione e anche perchè mi piace farlo.  Consiglio a tutti i miei collaboratori di leggere almeno 3 libri all'anno. Voi siete d'accordo in questo?”
Si Si..
“Ecco bravi!”

Qual è il ricordo più bello della sua vita?
“Ci sono tanti ricordi belli della mia vita, è difficile isolarne uno ma, sicuramente, l'incontro con il Signore, per definire il prospetto, il senso, la direzione della mia vita, è tra quelli più significativi. Un altro ricordo bello riguarda gli incontri che ho avuto con le persone. Ho avuto incontri molto positivi e molto illuminanti sia dal punto di vista intellettivo che dal punto di vista affettivo. Ricordo uomini, donne, e ragazzi molto importanti per lo sviluppo della mia esistenza, così come anche molti confratelli che hanno esercitato su di me uno stimolo davvero significativo.”

Che consiglio darebbe a noi alunni?
“A voi alunni darei il consiglio di prepararvi bene per la vostra vita di domani e di non lasciarvi ingannare da cose troppo superficiali. Qualche superficialità è inevitabile nella vita di tutte le persone, però dovete riuscire a identificare bene il desiderio più importante della vostra esistenza e dedicarvi alla sua realizzazione perché questo poi solleverà tutti gli altri desideri e permetterà ad essi di potersi realizzare quasi come un sogno incredibile. La vita, se non è sognata in grande, finisce per essere ridotta molto molto in piccolo e dispersa.”

E a insegnanti ed educatori?
“Agli insegnanti e agli educatori chiedo di essere innamorati di ciò che noi chiamiamo educazione, di instaurare con tutti  i ragazzi una grande affabilità, una dolcezza ed una delicatezza intelligente capace cioè di individuare la specificità di ciascuno per saperla valorizzare al massimo perchè ciascun mondo di ogni ragazzo è un mondo fantastico ed incredibilmente splendido e bello.”

Bene padre Edoardo! L'intervista è terminata. La ringraziamo di cuore per il tempo che ci ha dedicato! Ma prima di salutarci dobbiamo chiedere anche a lei di salutarci con una faccia buffa per uno scatto divertente da lasciare ai nostri lettori! Grazie mille! Arrivederci! 



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